Questa canzone racconta la storia di uno che era giù,
era molto giù… anzi…
credo che più giù di così non si possa essere infatti
Fango ebbe un padre negro e una madre pellerossa
l’una e l’altro lo lasciarono davanti ad un portone
era l’università di Heidelberg, forse di Jena…
e un leggio ebbe per culla ed un libro per la cena…
Quando fu più grandicello fece un salto a Leningrado
e si mise a lavorare in una fabbrica di sogni
lui voleva fare un uovo tutto rosso e levigato
ma in programma erano cubi con lo stemma dello Stato…
Sopra il muro di Berlino se ne stette appollaiato
aspettando che passasse un editore di memorie
passò invece una ragazza con un mitra tra le braccia
lui le sparse del profumo sui capelli sulla faccia
Fango arrivò in America lo beccarono all’istante
lo accusarono d’aver ucciso ben sette presidenti
ma lui conservò la calma, disse: “Io non c’entro niente
ho ammazzato i re di Roma si – i re di Roma solamente”.
E così lo torturarono con i ferri e con i vetri
con i fili con il gas con gli strumenti più segreti
ma lui continuò a sorridere e sparì tutto d’un tratto
perché Fango non smentisce la sua anima di spettro
Ora Fango è per la strada lungo i muri e nei quartieri
nelle culle dei bambini dorme, non si fa vedere
ma tu senti il suo calore sulla punta delle dita
Fango nasce nel tuo corpo e trasforma la tua vita.